Due giorni di calma piatta sono portavoce di una tempesta in arrivo. Niente vampiri, oggi, bensì motociclisti... anche se questi motociclisti non dovevano avere l'anima tanto candida quanto affermavano.
Sono sbucati dal nulla alle dieci del mattino. I loro motori si potevano udire in lontananza. Dieci individui, tutti vestiti di pelle e borchie, a bordo di finte Harley di origine giapponese. Sono venuti dritti dritti a scuola. Noi stavamo facendo matematica, alle orecchie ero accompagnata da March to Die dei Possessed, quando l'interfono aveva cominciato a gracchiare confusamente. Era la voce della Preside che si rivolgeva agli insegnanti «Non c'è nulla da preoccuparsi - diceva la voce tremante della donna - Tenete gli studenti nelle aule e tutto si risolverà senza problemi».
Appare ovvio che tutti quanti ci siamo fiondati alle finestre per guardare. La professoressa di matematica è impallidita «E' Ivan», dice.
Chi è Ivan? Ebbene ho scoperto che questo tizio era uno studente tutt'altro che modello, che aveva dato fuoco a mezza scuola, e che i suoi genitori erano stati 'invitati' a lasciare il paese perché il proprio figliolo non era proprio ben voluto dalla comunità. Tra le attività di Ivan, ovviamente, c'erano anche le messe nere, e alcune ragazzine del paese erano state usate come... vittime sacrificali.
Dalla finestra era possibile studiare la Preside (coraggiosa), con un vestito grigio topo con i bottoni di madreperla sulla schiena, che avanzava verso l'ex studente. I motori si erano zittiti all'improvviso.
«Vogliamo la cacciatrice».
The Eyes of Horror è partita proprio mentre leggevo il terrore negl'occhi della preside «Qui non ci sono cacciatrici, né cacciatori».
Per evitare un putiferio generale decido di uscire allo scoperto. Nella mia classe neppure la Professoressa si è accorta della mia sparizione, per lo meno finché non sono apparsa alle spalle della Preside.
«In realtà una Cacciatrice c'è!», dico mentre la Preside cerca disperatamente di tenere testa alla banda. Lei si volta e mi osserva. E' pallida come un cencio «Tu... torna nella tua aula», mi dice. Faccio un cenno di no con la testa e la supero. Mi piazzo tra lei e loro «Torni dentro e chiuda le porte».
«Non posso permettere che...».
«Torni dentro e chiuda le porte», ringhio.
La Preside si allontana con la coda tra le gambe e un brivido di sollievo lungo la schiena.
«Eccomi!», dico rivolgendomi ai motociclisti.
«Tu?»
Burning in Hell si avvia come fosse un boato. Sorrido guardandoli di sbieco «Che c'è? Non ti piaccio abbastanza?». Ivan ride sguaiatamente. La sua cricca ride sguaiatamente. «Andatevene. Questo posto non fa per voi». Le risate proseguono. Io faccio un passo in avanti. Tutti si zittiscono. Sento gli occhi di Frate Tac piantati sulla schiena.
«Qualcuno ci ha detto di levarti di mezzo - spiega Ivan - Ciò che hai fatto alla 'Torre' è sbagliato». Mi domando perché i cattivi debbano sempre perdersi in filippiche inutili. Forse è colpa del loro ego colossale, a ogni modo, l'eroe di turno ne approfitta sempre per trovare la soluzione al problema. La mia soluzione è l'altalena a due passi da me.
Mentre la banda si avvicina per circondarmi, io polverizzo il sedile dell'altalena con un calcio. Afferro le due catene che lo sostenevano, e tiro con tutte le mie forze. All'inizio la struttura dell'altalena prende a piegarsi verso di me. Poi le saldature delle anelle poste sui cuscinetti cedono, e io mi ritrovo con due belle catene di metallo da usare come fruste. Mi sembra di essere Nicolas Cage nei panni del Ghost Rider.
Alcuni membri della cricca si fermano, i più giovani arretrano. Io comincio a roteare una delle catene sopra la testa. Ivan continua ad avanzare. Chi cazzo si crede di essere? Tra le mani ha un tubo d'acciaio. Pare voglia fare il Gladiatore nell'arena.
«Non dovevi ficcare il naso in affari che non ti riguardano - dice - Ne pagherai le conseguenze». Questo è un tipo che ama chiacchierare «Credo invece siano affari che mi riguardano...».
«Peggio per te».
Io attacco per prima, la catena colpisce Ivan in pieno volto e lo stende come fosse un fuscello «No, caro Ivan, peggio per te!». Avanzo. Ora utilizzo entrambe le catene. I motociclisti più arretrati sono già saltati sulle moto. Gli altri mi girano attorno stando a distanza di sicurezza. Ivan si rialza, ha il volto coperto di sangue e brandelli di pelle. Dev'essere pieno di anfetamine per non sentire il dolore.
Con una catena spazzo il terreno in cerca di caviglie. Afferro uno dei motociclisti. Questo cade. Lo tiro verso di me. Gli schiaccio una mano con gli anfibi. L'urlo atterrisce tutti quanti. Le ossa si sbriciolano. Ivan avanza. Io l'attacco con l'altra catena. Lui para il colpo con l'avambraccio. La catena gli si attorciglia contro. Mi guardo attorno. Gli altri motociclisti sono tutti fuggiti. C'è uno strano odore di merda nell'aria, mi sa tanto che abbiano sporcato le mutande e siano tornati da mamma per cambiarle. Nell'arena è rimasto solo lui.
Sento tirare. Faccio il suo gioco. Vado verso di lui. Sorride, l'idiota! Swing of the Axe mi incita.
«Se anche dovessi uccidermi, verrà chi è più forte di me...», dice.
Non ci bado molto sul momento. Mi sono rotta i coglioni di dare spettacolo, per cui strattono la catena con violenza, lui tenta di opporre resistenza. Si impunta, tira, poi si sente un 'Crok' angosciante. Ivan non urla, ma il suo braccio cade inerme sul suo fianco e la catena scivola a terra. Il suo braccio è diventato un banale un osso di pollo appeso alla spalla solo per via della pelle. Non riesce più a muoverlo.
«E' meglio che tu te ne vada finché sei ancora in grado di farlo», sibilo.
Alle sue spalle compaiono le luci blu dei lampeggianti. E' un'auto dei carabinieri. Lascio cadere le catene al suolo. Lui si volta. Io smetto di dargli importanza, mi avvio verso la scuola.
Mossa sbagliata. Mia? Sua? Decidetelo voi stessi. Lui si mette a correre verso di me, per prendermi di sorpresa. Io mi volto di scatto e lo colpisco alla gola. Dylan Dog aveva il quinto senso e mezzo. Io, semplicemente, non mi fido di nessuno, specie delle facce da culo come quel motociclista.
Ivan crolla al suolo, spero sia solo svenuto. La Cacciatrice non deve uccidere anime 'innocenti'. Si deve occupare solo di mostri, non di stronzi. I Morbid Angel mi dichiarano vincitrice con God of The Forsaken. E' ora di tornare in aula, ma la mano di un caramba mi blocca «Signorina - dice - Lei deve venire con noi».
Ho passato diverse ore in caserma, seduta e ammanettata. Con me c'era Frate Tac. Padre e Madre, avvisati, sono arrivati più tardi. Non so cosa abbia detto Padre Vincenzo per fare in modo che i carabinieri mi rilasciassero senza conseguenze. Ammetto che non me ne frega molto. Continuo a pensare a ciò che mi ha detto Ivan "Se anche dovessi uccidermi, verrà chi è più forte di me...". Non è la prima volta che sento questa frase. Mi domando in quale casino di merda mi sono ficcata.
Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.
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