Ascolto Angel dei Massive Attack mentre scrivo queste poche righe. Lui è fuori. Lo vedo fissare la mia finestra ritto davanti alla sua cuccia. Non oso guardarmi allo specchio. Devo essere ridotta davvero male. Questa settimana le ho buscate un po' troppo spesso, e comincio a credere che non riuscirò a sopravvivere ancora a lungo. Sono davvero a pezzi.
La squadra di calcio di Tombe, oggi, si è presentata in canonica subito dopo la partita. Hanno perso per l'ennesima volta. Da quando Tommy non fa più parte del loro gruppo non sono più in grado di ottenere neppure un banalissimo pareggio con l'ultima in classifica, e probabilmente stanno scendendo rapidamente tra le grandi per andare a ricoprire proprio quella posizione.
Ci hanno urlato dal centro del cimitero. Hanno preteso che Tommy uscisse. Hanno tentato di convincerlo. Io mi stavo addestrando con Frate Tac. Angel abbaiava furioso. Lui è uscito assieme a Meddy (che ormai è qui ogni weekend e passa più tempo con lui che con me). Ascoltavo Black dei Pearl Jam, roba tranquilla. Avevo bisogno di relax, di serenità, di liberare la mente da ciò che mi era capitato nei giorni precendenti. E per la prima volta il prete approvava la mia scelta musicale.
Lui è uscito. Dalla canonica si sentiva tutto. La squadra al completo pretendeva che lui ci mollasse per tornare allo sport. Tommy diceva di no, i giocatori si facevano più arrabbiati. Tra loro, soprattutto, l'allenatore era quello che urlava di più.
C'era anche un nugolo di curiosi, rimasti al di là del muretto del cimitero. Tutti gli occhi erano puntati sulla schiena dei giocatori, e negl'occhi di Tommy. Poi c'è stato un rumore sordo. Io e Frate Tac ci siamo allarmati. Angel sembrava impazzito. Per cui siamo usciti...
Lara, Mara e Chiara erano affacciate al cancelletto che conduceva al cimitero. Dietro di loro c'era la folla. Io avanzo fino ad affiancare Tommy. Gli chiedo «Che succede?» e lui mi indica l'allenatore. Tra le mani ha un crocifisso. Deve averlo divelto da una delle tombe disposte nel terreno. Ha un ghigno strano. Continua a ripetere che, se Tommy non rinsavisce, allora Tommy non deve neppure sperare di sopravvivere. Gli fisso gli occhi. Non sono occhi normali. No, per niente. Faccio un cenno a Tommy «Allontanati - sussurro - Quello è un...», non faccio in tempo a terminare che il tipo avanza contro di me. Mi definisce 'Stronza Puttana Cacciatrice'. E' veloce come un fulmine, e per proteggere Tommy finisco per prendermi il crocefisso proprio sul naso. Volo a terra, a qualche metro da tutti quanti «...Vampiro», sussurro.
Anche gli altri calciatori si fanno avanti. Frate Tac è preparato. Impugna la solita doppietta. Il cielo fa schifo. Ha piovuto per tutto il weekend. Ora sembra voler ricominciare e i Guns me lo suggeriscono con November Rain. Mi alzo e sputo saliva misto sangue a terra. L'allenatore ghigna soddisfatto.
Sento esplodere un colpo. Uno dei calciatori vaporizza in un istante. La folla grida, scappa in ogni direzione. Una cosa è assistere a una rissa, un'altra è scoprire che le persone care, colpite da un fucile, si trasformano in una nuvola di cenere, e non in un cadavere sanguinante. Scappano tutti. Rimane solo un tizio scuro, in ombra, che osserva. Lo noto subito mentre paro qualche colpo dell'allenatore. E' il fottutissimo 'Primo'. Tutta questa manfrina dev'essere farina del suo sacco.
Undici contro uno... forse due, contando il fucile di Frate Tac. Tommy invece è già steso a terra e costretto a difendersi da due terzini affamati di sangue. Io ho il mio bel daffare, per cui grido ad Angel di attaccare. Il cane tira come uno stronzo, spezza la catena, e si tuffa sui calciatori che tentano di succhiare linfa da Tommy. Meddy si ripara alle spalle di Frate Tac, che spara il secondo colpo.
Calcio all'inguine. Io non ho i maroni ma fa un fottuto male lo stesso. Mi piego. L'allenatore mi scaraventa la croce sul cranio. Crollo al suolo. Vedo rosso... rosso sangue. I Blitz Kid mi sussurrano di non morire con Never Die. Rotolo su me stessa, estraggo 'Pungolo', faccio leva sull'avambraccio e mi rialzo. Corro e balzo sull'allenatore, che è massiccio e lento nei movimenti. Gli atterro sulle spalle. Lui si sbilancia e crolla al suolo. Io gli pianto un ginocchio sulla schiena e lo passo da parte a parte con 'Pungolo'... lui svanisce. Con Got The Time gli Anthrax mi annunciano che ora tocca a me.
Conto il numero di avversari. Erano dodici, ora ne vedo sei, più l'ombra che osserva da lontano. Frate Tac ricarica e spara. Cinque. Attacco come una vipera. Corro verso una coppia, mi getto in scivolata e li atterro spazzando il terreno fra le loro gambe. Poi ruoto su me stessa e colpisco: uno, due, adiós pendejos.
Tre. Qualcosa mi afferra alle spalle, mi solleva, mi lancia verso il muretto. Sento l'impatto col terreno. Le mie ossa scricchiolano tutte quante. Rotolo nella polvere, sbatto contro il cemento. Il ghigno del 'Primo' è a pochi passi da me. Penso mi attacchi. Non riesco neppure a tenere gli occhi aperti. Ma poi non accade nulla. Mi alzo e lui non c'è. In compenso Frate Tac ha lanciato una granata. Bum! Gli ultimi due se ne vanno in cenere.
Mi alzo a fatica. Painkiller dei Judas Priest mi ricorda di passare in farmacia prima di tornare a casa. Zoppico verso i miei compagni. Nessuno di loro mi osserva. Tutti guardano verso un punto preciso, il cratere dove la granata ha fatto piazza pulita (nota a margine: devo ringraziare Walmer per il suo supporto logistico!). Lì, in quel punto, c'è 'Il Primo'. Mi fissa. Lo fisso.
«Hai degli alleati, cacciatrice - dice - Ma non ti serviranno quando il momento giungerà», con un dito aguzzo indica prima Frate Tac, poi Tommy, poi Meddy, quindi me «Il tuo destino è già scritto - conclude - e io sono qui solo per ricordartelo».
Batto le palpebre. Un'attimo prima era lì, un attimo dopo non c'era più. Cado sulle ginocchia. Tutti accorrono. Vedo i loro sguardi preoccupati. Sento il sangue sulla pelle. Sento le ossa doloranti. Sento di stare per cedere. Frate Tac mi prende in braccio e mi porta dentro «Che cazzo ha detto quello stronzo?» chiedo con un filo di voce.
Frate Tac non risponde. Mi adagia su una panca. Da quel momento non ci ho capito più nulla, fino a una mezz'ora fa, quando il dolore mi ha svegliato da uno strano incubo. Ma ora non ho voglia di raccontarvelo. Per cui... passo e chiudo.
Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.
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