Ieri notte, come al solito, stavo uscendo dalla finestra della camera per la ronda notturna. Angel mi attendeva fremente, ma Madre mi ha beccata che ancora era a cavalcioni sulla finestra.
La porta della camera si è aperta timidamente. Non me ne ero neppure accorta, all'inizio. Stavo facendo cenni ad Angel di stare zitto. Lei è apparsa nel riquadro illuminato del corridoio. Teneva in mano uno strano gioiello. Lo stringeva come fosse l'unica cosa che avesse valore per lei. Era
The Darkest Hour dei
Megadeath, o forse la mia.
Quella visita non presagiva nulla di buono.
«Stai uscendo?», mi chiede timidamente.
Ammetto che mi sarei aspettata un urlo, o una ramanzina. La scena perfetta sarebbe stata con Padre e Madre sullo specchio della porta che mi appendono al muro come fossi una condannata a morte già in attesa del patibolo. E invece no!
Fa un passo avanti e mi chiede se posso aspettare ancora qualche minuto, prima di uscire, che mi deve dire qualcosa di importante.
Madre ha un viso... colpevole. Mi convince. Rientro e chiudo la finestra. Lei sorride. Mi porge il gioiello... scopro che è un anello, sembra uno
Swarowski che ho visto in Via d'Azeglio qualche tempo fa. Lo rigiro tra le dita e provo a metterlo.
Calza perfettamente.
«Devo... - esita - dirti qualcosa», dice sedendosi sul mio letto. Io mi appoggio al muro, sono ancora sospettosa, ma la sto a sentire. Mi trovo di fronte a un qualcosa di molto simile alla complicità madre-figlia che non ho mai vissuto in tutti i miei 16 anni su questo merdoso pianeta.
«Ultimamente la tua roba da lavare è sempre macchiata di sangue», dice. Io osservo le mie fasciature. Le busco parecchio in questo periodo. Non mi pare di essere tanto in gamba come cacciatrice.
«Ti assicuro che non è come pensi...», perché diavolo sto cercando di difendermi? A Madre non è mai fregato una minchia di me.
Lei scuote vistosamente la testa. I suoi capelli biondi, ingrigiti dall'età, si ravvivano per qualche istante «Lo so - aggiunge - non volevo fare... farti una predica». Inspira. Espira. Inspira. Cala il silenzio. Poi «Quando avevo la tua età capitava anche a me», dice.
Io raggelo.
All'improvviso tutto coincide. Le litigate con Padre. Quelle frasi sentite attraverso le pareti. I misteriosi incontri tra lei e Frate Tac. Cazzo!
«Sei una cacciatrice, vero?».
Non mi lascia il tempo di rispondere «Speravo non ti accadesse. Speravo che qualcun'altra... ma i presagi c'erano tutti. Ho ignorato volontariamente le visioni, gli incubi, i segnali... - dice senza prendere fiato - Alla fine Papà mi ha convinta a portarti qui, a farti incontrare Padre Vincenzo, così che tu fossi preparata nel caso...».
«Tu... tu sapevi?».
Madre annuisce. Silenzio. Io la guardo. Lei mi guarda.
«Sono stata cacciatrice, molti anni fa. In America. Ero... - sospira - la più forte!».
Non posso pensare ad altro che a «
Buffy?»
Lei fa cenno di no. Poi di sì. Poi nega di nuovo «Quello è un telefilm per teenager... Ma sì, - aggiunge - è vero che si ispira a me».
«Sunnydale non esiste...», dico.
«Esisteva, non si chiamava così, ma esisteva».
«Hai sconfitto i demoni...», non riesco a respirare.
«Sì».
«Sei sopravvissuta?».
Lei sorride sarcasticamente. «Sì, no - dice - Sono morta. Una mia amica, una strega potente, mi ha resuscitata. E allo scontro finale, quello che ha distrutto Sunnydale, sono sopravvissuta perché qualcuno si è sacrificato al posto mio...».
Ho visto la serie. So com'è andata a finire «Un vampiro...».
Madre annuisce. Cazzo!
Cala il silenzio per qualche minuto. Poi lei dice «Sei nei guai, vero?».
«Sì». Tremo. Parlo rapida «La porta dell'inferno è aperta. Il Primo scorazza per Tombe. I vampiri sono ovunque e sembrano più forti che mai...».
Lei assorbe tutto quanto. Dice che Frate Tac l'ha tenuta informata. Dice che mi serve quell'anello. E' potente. Ma ci devo stare attenta, perché se mi viene sottratto potrebbe... donare poteri ben superiori ai vampiri. Annuisco.
La guardo «Mamma?», credo sia la prima volta che la chiamo così. Noto una lacrima scendere sulla sua guancia, ma lo sguardo è solido, da cacciatrice «Ho paura - dico - Frate Tac dice che ci vuole il mio sangue per chiudere la porta dell'inferno.»
«Devo morire? E' questo il mio destino?».
«Non è detto - lei sorride in maniera ambigua - Oppure sì, devi morire...».
La fisso con occhi fuori dalle orbite. Ora mi cago davvero in mano.
«Ma non per troppo tempo...», lei sorride. Io non posso fare a meno di correre in bagno, vomitare l'anima, sedermi sulla tazza e guardare quel cazzo di anello mentre parte
Only one.
Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.