Oggi pomeriggio Walmer ci ha chiamati. Io e Frate Tac, dopo la scuola, abbiamo raggiunto il contadino all'albero dei corvi. L'albero era a terra, pareva carbonizzato, morto, defunto. I corvi gli giravano attorno come fossero avvoltoi che attendono di potersi sfamare di una carogna.
Alle orecchie avevo They Were Eagles, dei Celtic Frost. Mi sono avvicinata all'albero e ho notato che le radici erano fuoriuscite dal terreno. I ricordi dello scontro con 'Il Primo' si sono fatti subito vivi. L'esplosione della granata. La sua risata. La rabbia, la frustrazione. Mi sentivo sconfitta in partenza.
Frate Tac osservava l'albero. Lo accarezzava «E' uscito».
Che cazzo di osservazione. Sa benissimo che mi sono già scontrata con lui e che mi ha battuta come fosse una massaia col suo panno. Walmer ha con sé una tanica di benzina. Io lo guardo mentre comincia a cospargere il terreno con il liquido.
«Se bruciamo l'albero - chiedo - poi come lo intrappoliamo?».
«Quando morirà, un nuovo albero crescerà dove verrà seppellita la sua bara», spiega Frate Tac. Annuisco ma ribatto «Non lo si potrebbe bruciare? Così ce lo leviamo dalle palle per sempre!».
Walmer e Frate Tac fanno cenno di no «Il suo corpo non può essere distrutto...».
Mi incupisco. Ground mi tormenta.
«Cosa devo fare?».
I due uomini rimangono in silenzio. A me torna in mente l'immagine della cacciatrice che fu sacrificata per intrappolare nuovamente il vampiro. E che cazzo! Ci sarà un modo differente. Capisco che le legende narrano della sua invulnerabilità, ma nel 2012 ci son cose che quando i vampiri sono nati nessuno poteva neppure immaginarle.
Comincia Nemesis. Io rimango in silenzio.
Frate Tac mi batte una mano sulla schiena per confortarmi «Troveremo una soluzione, vedrai...».
Walmer si avvicina. Mi porge uno zippo con sopra incisi i canini di un vampiro, e una delle sue favolose canne. Il prete ci guarda male. Ma io me ne frego. Se devo morire dissanguata come un maiale, tanto vale non preoccuparsi degli effetti collaterali degli stupefacenti.
Prendo tutto dalle mani di Walmer. Accendo la canna. Libero una nuvola di fumo. Tiro profondamente, quindi passo lo spino a Walmer. Lui mi imita e passa a Frate Tac... che mi sorprende quando fa un tiro e sospira sonoramente.
Ci guardiamo negl'occhi. I corvi gracchiano sopra di noi.
In mano ho ancora lo zippo acceso, lo lancio tra i rami intrisi di carburante.
La benzina prende fuoco immediatamente. L'albero divampa come una pira funeraria. Drown in Ashes ci circonda.
Rimaniamo lì finché le fiamme non si estinguono da sole. I corvi, invece, si allontanano scocciati in cerca di una nuova casa.
Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.