Riesco a scrivere solo ora, intervallo scolastico tanto desolante quanto la somma dei cervelli delle Dive messi assieme. Come avevo preannunciato qualche giorno fa, sono finalmente riuscita a tornare alla Torre.
Ho caricato Tommy sullo Scarabeo e mi sono fiondata nella campagna al di là del cavalcavia. Abbiamo parcheggiato di fianco alla struttura carbonizzata.
La muratura ha retto alle fiamme, per quanto sia nera come la tana di... lasciamo perdere. Porta e strutture in legno sono scomparse, compreso il pavimento, e la botola che conduce nell'antro che Meddy e Alex hanno trovato durante la loro scorreria. Madhouse degli Anthrax ha fatto da colonna sonora al nostro ingresso nella Torre.
Ci siamo calati nell'antro dei vampiri. Un buio pesto ci ha accolto quasi fossimo nell'Abisso del Bifurto. Accese le torce, abbiamo sondato il terreno, che ovviamente si è presentato ricolmo di ossa umane carbonizzate. In un anfratto si nascondeva un passaggio, una sorta di tunnel. L'ha scorto per primo Tommy, me l'ha indicato, e ha tentato di infilarsi senza attendere che io facessi da cavia. Preso per la collottola, Tommy è tornato al suo posto, guardaspalle in retrovia. I Pantera nelle orecchie con Walk, la torcia puntata nel nulla, la balestra sulle spalle, ci siamo infilati in quel budello puzzolente.
Neanche il tempo di fare dieci metri che mi sono trovata di fronte un vampiro dall'alito pestilenziale. Era a un centimetro dal mio naso, mi sputava saliva addosso mentre urlava affamato. Era pelle e ossa, il poverino. Forse era scampato al rogo, ma vi assicuro che non è scampato a me. Gli ho piantato la torcia nel cuore e ho lasciato che divenisse polvere attorno al fascio luminoso che non ha mai smesso di illuminare davanti ai miei piedi.
Proseguiamo. L'aria è quasi irrespirabile. Tommy mi sta tanto attaccato al culo che Alex potrebbe averne a male. Gli suggerisco di controllare alle nostre spalle, non si sa mai che i vampiri riescano ad aggirarci attraverso qualche passaggio che non abbiamo notato. Lui fa un balzo come se fosse femmina e avesse visto un topo tra le sue cafénoir nere. Ovviamente Tommy non ha delle cafénoir, ha delle banalissime Vans nere che hanno visto giornate migliori di questa.
Alle nostre spalle non c'è nessuno.
Il tempo scorre veloce. Controllo l'orologio. La musica tormenta i miei pensieri mentre la lancetta dei minuti ha già segnato il trascorrere di un'ora. Dove cazzo stiamo andando? Tommy mi suggerisce di tornare indietro e recuperare qualche attrezzo supplementare. L'idea non è sbagliata. Ma sono curiosa. Roots Bloody Roots dei Sepultura alle orecchie mi convince ad andare avanti.
Camminiamo altri venti minuti, poi raggiungo uno slargo. Ci sono altri tre passaggi. Nord, Sud, Ovest... Est? Non so neppure da dove arriviamo, figurati come posso capire dove andare. La storia si fa complicata. Siamo in un labirinto e non abbiamo strumenti per orientarci. Forse è meglio tornare indietro. Forse. Oppure possiamo arrampicarci per la quarta via, ovvero una scala metallica piantata nel cemento che sale, spero, fino in superficie.
Mi arrampico fino a una botola. Alle orecchie ho Cemetery Gates. Merda! Quando apro la botola mi trovo proprio a fianco della fontanella del cimitero dietro la chiesa. Ma com'è possibile? Neppure Tommy si capacita di questa scoperta. L'unica cosa che sappiamo entrambi è che dobbiamo tornare indietro a recuperare la moto, e di voglia non se ne vede neanche mezza!
Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.