lunedì 24 settembre 2012

La Chiesa

Altro scatto proveniente dalla mano magica di Meddy. Credo l'abbia scattata prima della partita di calcio, ieri. La allego qui, assieme alle altre.

La Chiesa di Frate Tac

domenica 23 settembre 2012

Day 15

Il calcio, per me, è come un preservativo usato. Inutile. Ventidue imbecilli che corrono dietro a una palla nel vano tentativo di metterla in una rete più volte degli avversari. A tutto ciò vanno aggiunti i tifosi, che urlano, strillano, indossano abiti assurdi, sciarpe assurde, suonano trombette fastidiosissime, lanciano fumogeni, si azzuffano, si massacrano, perdono tempo dietro a striscioni con frasi sgrammaticate e prive di senso, e che discutono di quella maledetta palla sette giorni su sette. Però ho promesso a Tommaso di andare alla partita. Così ho costretto Meddy e Alex a farmi compagnia.

Alle due del pomeriggio di questa maledetta domenica, ero sugli spalti assieme ai miei amici, un paio di livelli più in alto delle Dive, e in una posizione abbastanza protetta per potersi passare un paio di spini che Walmer ci ha donato volontariamente. Ho l'iPod alle orecchie, ma lo tengo basso così non rompo troppo i coglioni a chi mi sta attorno. Darkness of Christ mi sussurra dolcemente alle orecchie. Sono riposatissima. Ieri notte non c'era movimento. La ronda è stata noiosa, Angel ha pisciato su ogni albero del paese, ha annusato tutti gli angoli delle case, e ha cagato proprio all'ingresso della scuola. Niente vampiri, niente mostri, niente di niente. Alex non mi ha accompagnato. Mi ha aspettato in camera, sul letto, cazzeggiando con il suo iPad. Al mio ritorno ronfava come un bebé. Niente sesso. Pazienza! La partita della domenica sarà la sua punizione.
Meddy era sveglia, ospite mia, nella stanza accanto. Sono andata a trovarla e ci siamo coccolate a vicenda, come non facevamo da anni. Nella notte ho disteso ogni singolo nervo del mio corpo. Meddy ha mani di fata, i suoi massaggi sono mitici, unici, orgasmici.

La partita. Tommy ci nota subito. Alza la mano e saluta. Le Dive rispondono al saluto al posto nostro. Noi scoppiamo a ridere quando il numero 10 abbassa la mano e le guarda come fossero galline che razzolano nel prato. Lara si volta verso di me con le orecchie che gli fumano. Peccato che è troppo lontana, altrimenti gli avrei sputato il fumo dello spino direttamente negl'occhi. 

Fischio d'inizio. Non ci capisco una minchia, però la palla arriva tra le gambe di Tommaso. Lui avanza, passa a un compagno, salta l'avversario (è così che si dice?), riceve di nuovo la sfera, tira, traversa, il portiere salta e intercetta prima che Tommy possa riprendersela e tentare di nuovo.
Alex lancia un incoraggiamento. Io mi immagino tutti i giocatori infilzati tra delle aste, proprio come in un biliardino, che frullano come matti per intercettare la pallina e tentare il colpaccio. Meddy si dà lo smalto alle unghie delle mani. Ogni dito un colore diverso. La guardo. Accostamenti interessanti. Sento passare tra le orecchie Disciple, God Send Death, New Faith, Cast Down, Threshold segna la fine del primo tempo. Tanta fatica e sono ancora zero a zero. Sono a metà di God Hates Us All.

Alex accende un nuovo spino. Le tre bambole salgono verso di noi. Sono sul piede di guerra. Io non ho voglia mezza di discutere, per cui mi alzo preventivamente e mi piazzo nel bel mezzo della scalinata con occhi di fuoco. Indosso un abito bianco e nero, tagliato come fosse uscito da un'anime gotico. Il trucco pesante, il taglio fattomi da Marisa, lo spino tra le dita con le unghie rosso sangue. Gli immancabili auricolari mi annunciano l'inizio di Exile. Calcolo che Seven Faces darà il calcio d'inizio del secondo tempo. Ci squadriamo come gatti che si contendono un topo. In silenzio, occhi puntati dritti nelle pupille delle tre oche, mi immagino che siano vampiri da ridurre in polvere. Ed ecco il fischio dell'arbitro.

Tommaso sembra un altro. Ha la palla tra i piedi. Fa zig-zag tra calciatori che sembrano birilli. Spara una cannonata sulla sinistra. Il portiere si butta sulla destra. Gol! La folla esulta. Tommaso mi manda un bacio. Lara si volta per la seconda volta. Io mi alzo e rispondo con un altro bacio. Meddy si alza e pure lei manda un bacio. Alex si alza e, ciliegina sulla torta, manda un bacio alle tre Dive. Scacco matto! Quel bacio lanciato alle Dive è come un paletto nel cuore per un vampiro. Ci godo come un'anatra che nuota in uno stagno tutto suo.

La partita prosegue. E' tutto confuso. La palla rimbalza da tutte le parti. Ma nessun'altra rete ci scalda i cuori. Quando la partita termina, Here Comes The Pain è appena finita. Tommy va negli spogliatoi. Io gli mando un messaggio: Fuggiamo! Altrimenti le Dive ci fanno a pezzi. Appuntamento alle sette da Walmer.

Tommy non ci raggiunge da Walmer. Arriva solo un suo messaggio: Le Dive mi hanno costretto a una pizzata con loro e la squadra. Non dice altro. Walmer si presenta con una vagonata di tigelle e affettati. Peggio per il calciatore. E poi, tra poco, sarò di nuovo sola con Alex, e stavolta ho nascosto l'iPad, lo troverò sicuramente sveglio al mio ritorno dalla ronda.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

venerdì 21 settembre 2012

Day 14

Tommaso, oggi, si è avvicinato al mio banco durante la pausa delle dieci e mezza. In aula eravamo solo io, lui, e le tre stronze intente a pavoneggiarsi attorno a una nuova tonalità di smalto (giallo cadavere?). Tra me è Tommy c'è uno strano rapporto. E' l'unico che non mi schifa. E io sono l'unica che non lo fa incazzare quando viene chiamato Tommy. Per il resto siamo molto diversi.
Lui è l'idolo della scuola, l'attaccante della squadra locale, il sogno sessuale inespresso delle tre Dive. Di solito bazzica solo i propri amici, tra cui gli altri membri della squadra. Odia le tre Dive, soprattutto il loro modo tanto speciale di essere viscide come bisce. Io sono una reietta della società. Odiata da professori e professoresse, stigmatizzata dalla Preside (oggi vestita con un carinissimo abito marrone con le maniche verdi... ma dove cazzo li trova quei vestiti?), amato solo dal parroco, che a parte la domenica mattina, conta come il due di briscola a poker.
Da quando sono qui, credo, ho scambiato due chiacchiere amichevoli solo con Tommaso... e questa la dice lunga sulla mia popolarità. Se potessero seppellirmi, qui tutti quanti si offrirebbero volontari per farlo, compresi (ovviamente), i vampiri.

Ma vengo a bomba. Lui si piazza davanti a me proprio mentre termina Nocturnal Fear, dei Celtic Frost. Pare timido come un Puffo di fronte a Gargamella. Mi guarda dall'alto in basso, io sono seduta, lui è in piedi, e dice «Domenica giochiamo contro il Panigal».
«Quindi?».
«Mi chiedevo se ci saresti venuta».
«Dove?».
«Alla partita».
Mi sembrava di stare messaggiando con la Meddy. Botta e risposta con toni piatti. Dopo i primi scambi rimango in silenzio. Penso alla prossima domenica. Cosa devo fare? Alex e Meddy saranno di nuovo qui. La notte dovrò fare la ronda, ma dopo andremo da qualche parte a bere qualcosa, o forse da Walmer per uno spino in compagnia. Domenica mattina sarei stata sicuramente knock-out.
«A che ora?».
Lui sorride. Fraintende. Crede che sia un sì «Alle due del pomeriggio».
Magari Alex e Meddy mi fanno compagnia. Mi sarà d'aiuto passare qualche ora facendo finta di essere una figa normale. Parte Morbid Tales.
«Si può fare - dico - ci porto anche Alex e Meddy».
Tommaso sorride, poi si rende conto che non sarò da sola, e si rabbuia. Annuisce. «Bene», dice.
Annuisco. Domenica avrei potuto tornare in città per recuperare lo scooter. Mi rompe i coglioni essere ancora appiedata. Ma Alex è un buon cavalier servente e la Ninja è sicuramente più veloce del mio Scarabeo.
«Allora vieni...», dice cercando conferma nei miei occhi.
"Dio! Sono una stronza", penso. Gli sorrido e lo guardo direttamente negl'occhi «Sì - confermo - verrò molto volentieri».
Eccolo che si illumina come una lampadina a led. E' felice. Potendo, le sue scarpe sarebbero a tre metri sopra il cielo.

Vision of Mortality ci riporta alla realtà, o forse lo fa la campanella. Ora di religione. Frate Tac entra in aula in coda a un'orda di Unni che si appropinquano al loro banco. Quando la porta si chiude cala il silenzio. Padre Vincenzo sa come farsi rispettare, e io lo so molto bene!
«Tirate fuori il libro di testo», dice.
Le Dive mi lanciano un'anatema di nascosto per il 'corteggiamento' di Tommy. Gli altri prendono il libro di religione. Tommaso mi guarda ancora una volta, sorride, e apre il libro di testo. Io prendo il mio. Fuori ha la stessa copertina di quello degl'altri. Dentro c'è un manoscritto del 1000 dopo cristo. Un testo in cui si narra di un'orda vampirica bloccata alle porte di Bologna, che pare si fosse generata nella piccola abazia di Monteveglio. Testo interessante, e molto meglio delle lettere ai Corinzi a cui sono sottoposti tutti quanti gli altri.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.