Il calcio, per me, è come un preservativo usato. Inutile. Ventidue imbecilli che corrono dietro a una palla nel vano tentativo di metterla in una rete più volte degli avversari. A tutto ciò vanno aggiunti i tifosi, che urlano, strillano, indossano abiti assurdi, sciarpe assurde, suonano trombette fastidiosissime, lanciano fumogeni, si azzuffano, si massacrano, perdono tempo dietro a striscioni con frasi sgrammaticate e prive di senso, e che discutono di quella maledetta palla sette giorni su sette. Però ho promesso a Tommaso di andare alla partita. Così ho costretto Meddy e Alex a farmi compagnia.
Alle due del pomeriggio di questa
maledetta domenica, ero sugli spalti assieme ai miei amici, un paio di livelli più in alto delle Dive, e in una posizione abbastanza protetta per potersi passare un paio di spini che Walmer ci ha donato volontariamente. Ho l'
iPod alle orecchie, ma lo tengo basso così non rompo troppo i coglioni a chi mi sta attorno.
Darkness of Christ mi sussurra dolcemente alle orecchie.
Sono riposatissima. Ieri notte non c'era movimento. La ronda è stata noiosa, Angel ha pisciato su ogni albero del paese, ha annusato tutti gli angoli delle case, e ha cagato proprio all'ingresso della scuola. Niente vampiri, niente mostri, niente di niente.
Alex non mi ha accompagnato. Mi ha aspettato in camera, sul letto, cazzeggiando con il suo
iPad. Al mio ritorno ronfava come un bebé. Niente sesso. Pazienza! La partita della domenica sarà la sua punizione.
Meddy era sveglia, ospite mia, nella stanza accanto. Sono andata a trovarla e ci siamo coccolate a vicenda, come non facevamo da anni. Nella notte ho disteso ogni singolo nervo del mio corpo. Meddy ha mani di fata, i suoi massaggi sono mitici, unici, orgasmici.
La partita. Tommy ci nota subito. Alza la mano e saluta. Le Dive rispondono al saluto al posto nostro. Noi scoppiamo a ridere quando il numero 10 abbassa la mano e le guarda come fossero galline che razzolano nel prato. Lara si volta verso di me con le orecchie che gli fumano. Peccato che è troppo lontana, altrimenti gli avrei sputato il fumo dello spino direttamente negl'occhi.
Fischio d'inizio. Non ci capisco una minchia, però la palla arriva tra le gambe di Tommaso. Lui avanza, passa a un compagno, salta l'avversario (è così che si dice?), riceve di nuovo la sfera, tira, traversa, il portiere salta e intercetta prima che Tommy possa riprendersela e tentare di nuovo.
Alex lancia un incoraggiamento. Io mi immagino tutti i giocatori infilzati tra delle aste, proprio come in un biliardino, che frullano come matti per intercettare la pallina e tentare il colpaccio. Meddy si dà lo smalto alle unghie delle mani. Ogni dito un colore diverso.
La guardo. Accostamenti interessanti. Sento passare tra le orecchie
Disciple,
God Send Death,
New Faith,
Cast Down,
Threshold segna la fine del primo tempo.
Tanta fatica e sono ancora zero a zero. Sono a metà di
God Hates Us All.
Alex accende un nuovo spino. Le tre bambole salgono verso di noi. Sono sul piede di guerra. Io non ho voglia mezza di discutere, per cui mi alzo preventivamente e mi piazzo nel bel mezzo della scalinata con occhi di fuoco. Indosso un abito bianco e nero, tagliato come fosse uscito da un'anime gotico. Il trucco pesante, il taglio fattomi da Marisa, lo spino tra le dita con le unghie rosso sangue. Gli immancabili
auricolari mi annunciano l'inizio di
Exile. Calcolo che
Seven Faces darà il calcio d'inizio del secondo tempo.
Ci squadriamo come gatti che si contendono un topo. In silenzio, occhi puntati dritti nelle pupille delle tre oche, mi immagino che siano vampiri da ridurre in polvere.
Ed ecco il fischio dell'arbitro.
Tommaso sembra un altro. Ha la palla tra i piedi. Fa zig-zag tra calciatori che sembrano birilli. Spara una cannonata sulla sinistra. Il portiere si butta sulla destra. Gol! La folla esulta. Tommaso mi manda un bacio. Lara si volta per la seconda volta. Io mi alzo e rispondo con un altro bacio. Meddy si alza e pure lei manda un bacio. Alex si alza e, ciliegina sulla torta, manda un bacio alle tre Dive. Scacco matto! Quel bacio lanciato alle Dive è come un paletto nel cuore per un vampiro. Ci godo come un'anatra che nuota in uno stagno tutto suo.
La partita prosegue.
E' tutto confuso. La palla rimbalza da tutte le parti. Ma nessun'altra rete ci scalda i cuori. Quando la partita termina,
Here Comes The Pain è appena finita. Tommy va negli spogliatoi. Io gli mando un messaggio:
Fuggiamo! Altrimenti le Dive ci fanno a pezzi. Appuntamento alle sette da Walmer.
Tommy non ci raggiunge da Walmer. Arriva solo un suo messaggio: Le Dive mi hanno costretto a una pizzata con loro e la squadra. Non dice altro. Walmer si presenta con una vagonata di tigelle e affettati. Peggio per il calciatore. E poi, tra poco, sarò di nuovo sola con Alex, e stavolta ho nascosto l'
iPad, lo troverò sicuramente sveglio al mio ritorno dalla ronda.
Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.