giovedì 20 settembre 2012

Mappa

Per chi non comprendesse com'è fatto questo merdoso di paese...

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mercoledì 19 settembre 2012

Day 13

Mentre la professoressa d'inglese cerca di far entrare nelle teste ottuse di questa classe la forma passiva io scarabocchio su un foglio di carta. Davanti a me c'è una sorta di mappa del paese. Ho pensato di disegnarla e di caricarla su questo blog durante la pausa delle dieci e mezza. Mi sono resa conto, rileggendo i miei vecchi post, che per i 'rari' visitatori è piuttosto difficile raccapezzarsi sul dove accadono le varie cose. 

Dalla finestra intravedo la colonna di fumo. Alex e Meddy, stamattina, sono andati al covo dei vampiri per dargli fuoco. Io non volevo, ma la loro testa è dura tanto quanto quella di Frate Tac. Meddy mi ha pure mandato una foto della torre piccionaia prima di appiccare l'incendio. Nel messaggio ha scritto che hanno trovato, dentro la torre, una botola. C'è una sorta di piano interrato dove i vampiri si nascondono durante il giorno. Dice che hanno tentato di uscire ma la botola aveva un chiavistello, così li hanno chiusi dentro. Ora stanno andando arrosto. Spero solo che nessuno si sia fatto male.

Ascolto Fabulous Disaster, degli Exodus. Ascoltare qualcuno che parla in inglese mi ricorda la mia metamorfosi. Da piccola non ero molto differente alle Dive. Mio padre fu mandato in trasferta per tre anni a Manchester, e noi lo seguimmo. Lì fui lasciata a me stessa. Padre lavorava fino a 14 ore al giorno. Madre passava il suo tempo tra i negozi e le lezioni d'inglese. Io andavo a scuola, e passavo il tempo con Jake. Lui era un dark di quelli convinti. La sua cricca bazzicava nel mio quartiere, e visto che stavo sempre sola in casa, ci è voluto poco perché mi avvicinassi a loro in cerca di amicizia. Jake aveva una cartola da paura. Ma dentro era un vero gentil'uomo. Io ero piccola, pur tenendomi nel suo gruppo, mi ha sempre tenuta fuori dagli aspetti peggiori. Ho cominciato a fumare erba, ma non ho mai toccato un ago.
Jake mi ha dato il primo bacio. Cristo! Ero talmente ingenua che pensavo di poter rimanere incinta a causa di quel bacio. Ho passato tre mesi d'inferno. Poi ho capito che non sarebbe successo nulla. E così ho cominciato a esplorare il sesso...

The Toxic Waltz mi proietta al giorno della morte di Jake. Cazzo! Quanto ho pianto quel giorno. Noi saremmo ripartiti la settimana dopo. L'Aids l'aveva stroncato. Avevo una paura fottuta di aver contratto la malattia. Non avevo una minchia di coraggio per parlarne con i miei. Ero sempre stata attenta, sempre protetta, ma non sapevo praticamente nulla in materia, a parte ciò che Jake mi aveva insegnato, e lui era morto stecchito. Tra le mie mani, al funerale, tenevo il suo iPod, quello che ancora oggi uso. Dentro c'era tutta la sua musica, e c'è ancora. La ascolto sempre in modalità casuale. Lascio che sia il fato a decidere i brani che ascolto. Non smetto mai di ascoltare quei brani, perché mi ricordano lui, fanno sì che lui non sia morto per davvero. A quella musica ne ho aggiunta altra, la mia, e qualche brano acquistato da mia Madre, che iTunes sincronizza senza guardare in faccia al proprietario del lettore. Stronzo di un software.

Alzo gli occhi e scopro di avere la professoressa di inglese a un palmo da me «Che bel disegno - osserva sarcastica - è la mappa di Tombe, vero?». Ovviamente me lo chiede in inglese. Ovviamente mi sta prendendo per il culo. Ma porca puttana! Possibile che tutti gli insegnanti hanno la subdola tentazione di volermi inculare a sangue? Peccato che con me cascano male. Sorrido, rispondo per le rime, in inglese, il mio, quello che si avvicina allo slang di Manchester, e alzo pure il dito medio. Lei arretra «Come ti permetti...», stavolta parla italiano. Io le rispondo in inglese. Ovviamente, se fossi più gentile, otterrei migliori rapporti col corpo insegnante della scuola ma... Dio, è troppo divertente vederli pallidi e spiazzati!
I Death Angels partono con Steal the Crown. Mi alzo in piedi. Lei mi guarda tutta impettita, ma non dice nulla. Squilla la campanella. Esco mentre le sirene inconfondibili dei vigili del fuoco giungono dalla strada principale.

Nel pomeriggio Frate Tac mi fa la paternale. Tutti sanno che lui ha un rapporto speciale con me, per cui, tutti vanno da lui per cercare di capire come ottenere da me un comportamento più 'assennato'. Lui mi sgrida. Urla mentre mi attacca con un bastone. Io paro il colpo a mani nude, spezzo il bastone, e con un calcio nel petto lo mando contro la parete. Se non avesse addosso delle imbottiture da Catcher, a questo punto, avrebbe tutte le costole a pezzetti, nonostante io mi trattenga dall'usare tutta la mia forza. Dice che dovrei evitare di farmi notare. Io mi guardo allo specchio e gli rispondo che mi pare una cosa difficile. Frate Tac mi prende alle spalle, mi solleva e mi sbatte a terra. Io ruzzolo subito sulla destra e con un colpo di reni sono di nuovo in piedi e in guardia. Ci scambiamo un altro paio di colpi, poi lui dichiara che l'allenamento è finito. Mentre si toglie l'armatura gli racconto ciò che Alex e Meddy hanno fatto in mattinata. Lui annuisce mentre comincia God vs God «Stanno venendo tutti qui», dice preoccupato.
«E dire che all'Ipercoop fanno gli sconti di fine stagione...», sussurro sarcastica mentre mi sgranchisco le ossa. Il braccio non è ancora perfetto, quando lo muovo sento delle strane fitte che mi preoccupano. Lo dico a Frate Tac e lui si avvicina per tastarmi l'intero avambraccio. Dice che l'osso è a posto, che forse sono dolori muscolari, che devo allenarmi di più. Io gli faccio notare che devo anche fare i compiti per la scuola, oltre che quelli da cacciatrice, e che devo pure andare di ronda. Lui annuisce. «E' tardi - mi dice - Meglio che vai a casa». Lo guardo sorpresa. Per quanto cazzo abbiamo combattuto? A me pare un attimo, ma fuori è già buio.

Lascio la canonica. Angel è lì che mi aspetta. Sta annusando una tomba. Io faccio un fischio a Padre Vincenzo. Lui arriva. Gli indico Angel. Lui annuisce. Attendiamo per una mezz'oretta. Ecco che spunta una mano. Io mi avvicino. La afferro. Sollevo di peso ciò che gli sta attaccato. Il vampiro erutta dal terreno come fosse un neonato cresciuto sotto un cavolo. Mi ringrazia sorridendo, poi si rende conto di avere di fronte la cacciatrice. Ha giusto il tempo di mostrarmi una faccia confusa, contrariata, poi Pungolo lo riduce in cenere. Undead dei Sadus arriva giusto a pennello.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

Il Rifugio

Il luogo dove i Vampiri si rifugiano...