lunedì 10 settembre 2012

Angel

Meddy ce la mette tutta per farsi perdonare. Mi chiedo solo quando abbia avuto il tempo di scattare questa foto. Me l'ha appena mandata. Per una volta non mi ritrae. Questo è Angel, il cane rompicoglioni che mi ronza sempre attorno.


Nuovo Look

Non ho molte foto che mi ritraggono. Non mi piace essere fotografata. E' Meddy la maniaca della fotografia. Mi scatta sempre foto a tradimento. Credo che il suo cellulare sia pieno di fotografie che mi riguardano. Questa me l'ha mandata oggi. L'ha scattata ieri, prima di tornare in città con Alex. 


Li ho perdonati per quello scherzo infame? Forse. Il prossimo weekend, comunque, tornano qui. Alex sta ancora con me, ma è in prova, e adesso sa che non scherzo quando gli dico che se sgarra gli stacco la testa.

domenica 9 settembre 2012

Day 6

Il cellulare fa uno squillo. Controllo. Guardo il soffitto. E' lo stronzo che se la fa con la mia ex-migliore amica. Non si spreca con le parole, non l'ha mai fatto. «Come butta?», domanda. Io cancello il messaggio. Non sono più affari suoi. E poi devo andare dal Prete, faccio ancora fatica a chiamarlo 'Osservatore', non ho certo  tempo da sprecare in un passato che credo sia meglio dimenticare.
Mi guardo allo specchio. Il taglio di capelli è stato radicale. L'ha preteso Frate Tac? No. E' solo che combattere con i capelli che ti finiscono sempre davanti agl'occhi, in bocca, e si impigliano ovunque, è un vero strazio. Per cui sono andato dalla Marisa, vedi la bidella figa che di secondo lavoro fa i capelli alle donne del paese, rigorosamente in nero e a casa propria. Dice che il mio viso è particolare, che potrei benissimo fare la modella. Mi ha fatto un taglio davvero selvaggio, e la frangia sugl'occhi sa tanto di Kill Bill. Mi piace parecchio questo nuovo look da bad girl.

Saluto Padre e Madre, sono impegnati (come sempre) a discutere in cucina. Apro la porta di casa. Zoom lungo il vialetto e imprecazione sono inevitabili. C'è una Ninja verde sfigato parcheggiata proprio davanti a casa. E lo sfigato è proprio lì, appoggiato al suo cavallo meccanico, gambe incrociate, braccia conserte, sguardo basso. Il casco nero, con l'onnipresente 46 sulla nuca, è appeso alla manopola dell'acceleratore. Chiudo la porta e mi ci appoggio con la schiena. Madre se ne accorge e mi chiede «E' successo qualcosa?», non è preoccupata. Da quando è venuta a sapere che passo i pomeriggi in canonica con Frate Tac gioisce come una gatta in calore. Pensa che io stia per redimermi. Nei suoi sogni, magari, mi vede vestita di bianco, sull'altare, con di fianco un ragioniere in giacca e cravatta. Che incubo del cazzo.
Prendo fiato senza rispondere al parentado e torno ad aprire la porta. Non era un miraggio. Alex è ancora lì, appoggiato alla moto, solo che ora mi fissa come se volesse squartarmi «Che c'è, non si saluta più?».

Esco. Neppure mi accorgo di non avere l'iPod alle orecchie. Credo che sia la prima volta dal 23 ottobre 2001 che accade. «Cazzo ci fai qui?», il mio esordio vale il primo punto a favore. Uno a uno. Lui non si scompone «Credo faccia parte dei miei doveri... Venire a trovare la propria ragazza in esilio». Rido «Credo tu abbia sbagliato donna - ribatto - Dovresti essere davanti a casa della troia che hai baciato qualche giorno fa».
«Guarda che la troia ti sta ascoltando...», è la voce di Meddy, viene dal giardino. Sta giocando con quell'infame di Angel. Io mi occupo di lui, e il cane mi ricompensa facendosi annusare il culo dalla puttana che mi ha fregato l'uomo. «Lascia in pace il mio cane, Maddalena», credo che sia la prima volta che la chiamo per nome. E' il segno evidente che tra noi è finita. Lei trasale. E' ferita, si vede esplicitamente. Si solleva in piedi. Non riesce a guardarmi negl'occhi. «Portatela via, Alessandro», il gioco mi piace, ed è efficace. Sono già tre a uno. «Qui non siete i benvenuti». Alex guarda Meddy, è preoccupato «Te l'avevo detto che si sarebbe incazzata...». Lei annuisce. Io capisco il giusto. Li ignoro. Ho un appuntamento importante, e come al solito sono in ritardo. La mia fortuna è che i preti sono ricolmi di pazienza, probabilmente perché non fanno mai sesso, almeno credo.

Mi avvio lungo il vialetto. Infilo le cuffie e mi ritrovo Killing is My Business... and Business is Good! 
Arrivo davanti ad Alex, lo ignoro, proseguo lungo il marciapiedi per andare in chiesa. Lui mi guarda e mi segue. Meddy ci corre dietro. Angel pure. Alé! Facciamo il trenino degli incazzati. Non li cago ma li sento confabulare «Diglielo... Cosa aspetti? Quella ci manda a cagare tutti e due, cosa credi?».
Lui mi chiama. Io alzo il volume. Giro l'angolo. Ho deciso di passare dal retro. Verranno con me attraverso il cimitero? Con un balzo oltrepasso la siepe che fa da confine tra mondo dei vivi e mondo dei morti. Devo ammettere che questa mia nuova agilità è piacevole da sfoggiare. Lo so che quei due si sono fermati e ora mi stanno fissando stupefatti. "Sono ancora io?", si staranno chiedendo. Il bello è che neppure io so più chi sono. Alla fine, e faticosamente, li sento superare l'ostacolo. «Clà!», è Meddy che mi chiama «Era tutto uno scherzo. La facevi tanto pesa 'sta storia del trasferimento che abbiamo pensato...». Game Over. Non mi frega più un cazzo. "Non ti ascolto Maddalena". Vado avanti e alzo il volume. Looking Down the Cross copre un grido. Mi volto.

A metà strada tra me e loro spunta una mano dal terreno. Merda! Sta scavando. Meddy si piscia sotto. Alex guarda la creatura che risorge con due occhi che gli escono dalla montatura di quei cazzo d'occhiali. Li porta, dice lui, perché rendono il suo look più interessante. In realtà ci vede benissimo, lo stronzo! Ecco il mio primo mostro spuntare dalle proprie ceneri. Devo ricordare a Frate Tac di seppellire meglio il suo gregge, quando muore, se mai muore davvero. La belva sembra interessata più ai miei due ex, ovvero ex moroso ed ex amica del cuore, che a me. Quasi quasi me ne vado e li lascio ad affrontare i loro peccati. Solo che non posso. No! Non posso proprio. Sono una fottuta Cacciatrice. Devo cacciare i mostri. Ma io non so una beata minchia di mostri. Sarà vero tutto ciò che si vede nei film? Ne dubito fortemente. Tant'è che il cadavere è resuscitato alle quattro del pomeriggio e non sembra uno zombie rimbecillito. Fuma un pochino, lo ammetto, ma dubito che esploderà in una nube di polvere da solo, senza un aiutino.

«Lasciali in pace», grido. Parte Chosen Ones. Il tizio si gira e mi sorride. Poi torna a guardare gli altri due. Porca puttana! Perché nessuno mi dà mai ascolto? Prendo la rincorsa e corro verso di lui. Non ho la più pallida idea di cosa fare, per cui mi ispiro ai film di arti marziali che Alex ha sempre preteso di vedere sul grande schermo. A pochi passi dal vampiro faccio una serie di ruote, e atterro a piedi uniti sulla sua nuca. Lui vola a terra come un sacco di patate. Io rotolo su me stessa, e sfruttando l'inerzia mi rimetto in piedi. Mi dispongo nella posa classica di Bruce Lee, e gli faccio il gesto inconfondibile e ormai leggendario «Alzati, se hai coraggio». Il vampiro ha coraggio da vendere. Si alza. Ora ho tutta la sua attenzione. Forse era meglio non stuzzicarlo. Mi sento un po' scema, tremendamente spaventata, ma figa da paura! Parte This Day we Fight! 

Com'è fatto un vampiro? Puzza come un cadavere. Ha la pelle diafana, un misto tra il bianco latte e il bluastro delle vene varicose. Gli occhi sono infossati nelle orbite. Sono quasi bianchi, come se avesse la Cateratta. I vestiti sono stracciati... Del resto è stato costretto a scavarsi una via d'uscita attraverso il terreno. Mani con dita lunghe,  affusolate, e unghie da felino. I denti sono gialli. E' veloce. Dannatamente veloce. Non lo vedo neppure arrivare. Mi prende e mi solleva come fossi un bebè. Mi lancia contro una pietra tombale, che si sbriciola. Frate Tac ha detto che sono diventata molto più robusta. Guarisco in fretta. La mia pelle è più dura. Non mi ha detto però che le botte fanno comunque un male cane. Fanculo anche lui!

Mi alzo, sono pronta per il secondo round. Questa volta non mi prenderà di sorpresa perché, merda! Sono di nuovo tra le sue grinfie. E di nuovo volo verso un'altra tomba. Questo gioco non mi piace. Lui è sopra di me. Scivolo di lato. Mi alzo con un colpo di reni. Lancio una sforbiciata che lo prende in pieno sullo zigomo. Devo farlo fuori prima che lui faccia fuori me. Uno dei due auricolari mi è uscito dall'orecchio. Lo metto al suo posto, il tipo non si rialza, devo esserci andata pesante con quel calcio. Sorrido. Appoggio il mio anfibio destro sul collo del mostro. Lui mi guarda. Quel cazzo di ghigno non si stacca dalle sue labbra. Fottuto bastardo. «Ne arriveranno altri», mi dice. Lo guardo severa e rispondo «Non vedo l'ora!».  Schiaccio con tutte le mie forze. Sento 'Crack!'. La testa vaporizza in un nugolo di cenere. Il corpo rimane a terra sobbalzando come un epilettico. Passano pochi secondi, poi si ferma, passa un altro istante e poi diventa un mucchietto di cenere. Nelle mie orecchie Endgame è appena terminata.

Mi volto verso Alex e Meddy. Entrambi sono a terra, tremano di paura. Mi guardano come fossi un alieno. Allungo la mano per aiutarli ad alzarsi. Arriva anche Frate Tac. Ma da dove diavolo è sbucato? Alla fine non mi frega più di tanto. E' un Osservatore. Avrà osservato. Al suo fianco c'è Angel che scodinzola. Vuole una carezza. Lo ignoro. Mi rivolgo ai miei ex e dico «Benvenuti a Tombe».

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.