mercoledì 12 settembre 2012

Day 8

Tenere il braccio al collo è una rottura di coglioni tremenda. All'ospedale, l'altra notte, hanno parlato di 40 giorni di gesso. Frate Tac dice che la prossima settimana sarò già a posto, forse anche prima. I tagli, le lacerazioni, i graffi, si sono già rimarginati. Molti di loro sono già scomparsi. Mi guardo allo specchio, nuda. E' notte fonda. Sono gialla e blu, ricoperta di ematomi. Non sono mai stata una gran bellezza: troppo piatta; troppo alta; viso troppo mascolino, ma ora non sembro neppure umana. 

Per qualche giorno non uscirò di ronda. Il solo pensiero che quei due siano ancora in giro mi spaventa. Chissà cosa possono fare senza nessuno che sbarri loro la strada. Ho persino paura di non essere all'altezza del ruolo che mi compete. Ma chi l'ha chiesto di diventare la cacciatrice? Cosa vogliono da me? Io voglio solo finire le scuole a andarmene per la mia strada, cazzo! 
Alla finestra scorgo Angel che la fa alla base del tronco del ciliegio nel cortile. Anche lui si è preso una bella batosta. Indossa una specie di corpetto che protegge le costole incrinate. Zoppica leggermente. Il veterinario dice che guarirà completamente, ma quando lo porto fuori dal cortile trema come una foglia, poverino.

A scuola tutti mi additano come a una delinquente. Frate Tac, Madre e Padre hanno tutti raccontato la stessa storia. Io e Angel siamo stati travolti da un'auto pirata. Qualcuno si domanda cosa ci facessi per strada a quell'ora. Ero forse andata a comprare del fumo? Ma con chi cazzo vivo in questo paese? Ti pare possibile trovare del fumo in un merdoso paesino di nome Tombe? Che cazzoni. Oddio... in effetti Walmer, contadino della bassa trasferitosi in queste terre per amore, ha un orticello privato dove le pianticelle di Maria abbondano ma... lui abita nel bel mezzo di ettari e ettari di campo coltivato a grano. Non sono certo stata investita da un'auto in mezzo a tutte quelle spighe! Ma sto parlando di stronzate! Divago. Ho bisogno di divagare.

Alex mi ha mandato un messaggio. Ha preso un permesso dal lavoro. Domani viene a trovarmi. Non vedo l'ora di vederlo. Sono a pezzi sia fisicamente, sia mentalmente. Per fortuna Padre e Madre hanno capito la situazione e hanno smesso di rompermi le palle. Ora sono attenti, affettuosi, ma mai ingombranti. E' probabile che sia stato Frate Tac, Padre Vincenzo, il mio Osservatore, a dire loro come comportarsi. A ogni modo, è bello. Fosse sempre così, ci metterei la firma.
L'iPod è sulla scrivania. Ha il display crepato. Funziona ancora, ma non riesco a vedere quello che scelgo girando la rotella. Magari sfrutto Alex per portarlo a riparare. Forse lo tengo così, come monito alle intemperanze nelle mie prossime lotte. Forse è la giusta punizione. Non lo so.

Mi vesto. Mi siedo sul letto. Non ho sonno. Dormire è pure difficile, questo braccio è un tormento continuo. Frate Tac vuole che continui gli allenamenti. Lavoriamo con le armi. Mi sento un po' goffa a muovermi col braccio dolorante, anche se non lo tengo legato al corpo durante il lavoro in palestra. Però mi rendo conto che devo essere preparata. La prima volta ho avuto culo. La seconda mi hanno fatto il culo. La terza potrei anche morire. Per cui devo smetterla di fare la prima donna, e dare ascolto al mio osservatore.
Davanti a me ho un libro. E' ora di spegnere il computer e mettermi a studiare. Voglio sapere tutto su questi fottuti vampiri. Prima, però, accendo l'iPod. Ecco che parte Hell Awaits.

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

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