venerdì 21 settembre 2012

Day 14

Tommaso, oggi, si è avvicinato al mio banco durante la pausa delle dieci e mezza. In aula eravamo solo io, lui, e le tre stronze intente a pavoneggiarsi attorno a una nuova tonalità di smalto (giallo cadavere?). Tra me è Tommy c'è uno strano rapporto. E' l'unico che non mi schifa. E io sono l'unica che non lo fa incazzare quando viene chiamato Tommy. Per il resto siamo molto diversi.
Lui è l'idolo della scuola, l'attaccante della squadra locale, il sogno sessuale inespresso delle tre Dive. Di solito bazzica solo i propri amici, tra cui gli altri membri della squadra. Odia le tre Dive, soprattutto il loro modo tanto speciale di essere viscide come bisce. Io sono una reietta della società. Odiata da professori e professoresse, stigmatizzata dalla Preside (oggi vestita con un carinissimo abito marrone con le maniche verdi... ma dove cazzo li trova quei vestiti?), amato solo dal parroco, che a parte la domenica mattina, conta come il due di briscola a poker.
Da quando sono qui, credo, ho scambiato due chiacchiere amichevoli solo con Tommaso... e questa la dice lunga sulla mia popolarità. Se potessero seppellirmi, qui tutti quanti si offrirebbero volontari per farlo, compresi (ovviamente), i vampiri.

Ma vengo a bomba. Lui si piazza davanti a me proprio mentre termina Nocturnal Fear, dei Celtic Frost. Pare timido come un Puffo di fronte a Gargamella. Mi guarda dall'alto in basso, io sono seduta, lui è in piedi, e dice «Domenica giochiamo contro il Panigal».
«Quindi?».
«Mi chiedevo se ci saresti venuta».
«Dove?».
«Alla partita».
Mi sembrava di stare messaggiando con la Meddy. Botta e risposta con toni piatti. Dopo i primi scambi rimango in silenzio. Penso alla prossima domenica. Cosa devo fare? Alex e Meddy saranno di nuovo qui. La notte dovrò fare la ronda, ma dopo andremo da qualche parte a bere qualcosa, o forse da Walmer per uno spino in compagnia. Domenica mattina sarei stata sicuramente knock-out.
«A che ora?».
Lui sorride. Fraintende. Crede che sia un sì «Alle due del pomeriggio».
Magari Alex e Meddy mi fanno compagnia. Mi sarà d'aiuto passare qualche ora facendo finta di essere una figa normale. Parte Morbid Tales.
«Si può fare - dico - ci porto anche Alex e Meddy».
Tommaso sorride, poi si rende conto che non sarò da sola, e si rabbuia. Annuisce. «Bene», dice.
Annuisco. Domenica avrei potuto tornare in città per recuperare lo scooter. Mi rompe i coglioni essere ancora appiedata. Ma Alex è un buon cavalier servente e la Ninja è sicuramente più veloce del mio Scarabeo.
«Allora vieni...», dice cercando conferma nei miei occhi.
"Dio! Sono una stronza", penso. Gli sorrido e lo guardo direttamente negl'occhi «Sì - confermo - verrò molto volentieri».
Eccolo che si illumina come una lampadina a led. E' felice. Potendo, le sue scarpe sarebbero a tre metri sopra il cielo.

Vision of Mortality ci riporta alla realtà, o forse lo fa la campanella. Ora di religione. Frate Tac entra in aula in coda a un'orda di Unni che si appropinquano al loro banco. Quando la porta si chiude cala il silenzio. Padre Vincenzo sa come farsi rispettare, e io lo so molto bene!
«Tirate fuori il libro di testo», dice.
Le Dive mi lanciano un'anatema di nascosto per il 'corteggiamento' di Tommy. Gli altri prendono il libro di religione. Tommaso mi guarda ancora una volta, sorride, e apre il libro di testo. Io prendo il mio. Fuori ha la stessa copertina di quello degl'altri. Dentro c'è un manoscritto del 1000 dopo cristo. Un testo in cui si narra di un'orda vampirica bloccata alle porte di Bologna, che pare si fosse generata nella piccola abazia di Monteveglio. Testo interessante, e molto meglio delle lettere ai Corinzi a cui sono sottoposti tutti quanti gli altri.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

Nessun commento:

Posta un commento